Pane e acqua all’arsenico nel viterbese, indagine dell’Istituto Superiore di Sanità
L’Istituto Superiore di Sanità ha condotto uno studio in collaborazione con gli ordini dei Medici, per analizzare lo stato di salute dei cittadini dell’area di Viterbo (16 comuni), Latina (5 comuni) e Roma. I risultati ottenuti non sono dei più confortanti, continuano a essere presenti alti livelli di arsenico nell’acqua distribuita dagli acquedotti pubblici.
Fra tutte la provincia di Viterbo risulta essere più a rischio, specialmente per i bambini. Ricordiamo, infatti, che l’arsenico è una sostanza cancerogena e provoca gravi danni alla salute se assunta in grandi quantità. Per queste ragioni la UE ha imposto il limite di 10 microgrammi per litro. Limite che non viene però rispettato nei comuni imputati, rendendo di fatto inutilizzabile l’acqua del rubinetto.
Le analisi condotte dall’ISS su campioni di unghie e urine di 269 cittadini, tra 1 e 88 anni. Nel viterbese sono la concentrazione di arsenico rilevata nelle unghie è di 200 nanogrammi, contro gli 82 della popolazione di controllo. Nelle urine il livello è di 20 microgrammi, contro i 15 della popolazione di controllo, ma solo per i soggetti che utilizzano l’acqua di rete per cucinare e bere.
Sono state effettuate anche analisi sugli alimenti e anche qui non c’è da star tranquilli. I dati preliminari riportano alti livelli di arsenico nel pane e ulteriori accertamenti verranno eseguiti sugli ortaggi coltivati in zona.
Intanto tra i Comuni di Viterbo, Civitavecchia e Latina si sta provvedendo con l’installazione di dearsinificatori, ma i cittadini sono comunque preoccupati e, oltre ad effettuare privatamente le analisi dei livelli di arsenico nell’acqua, stanno anche richiedendo risarcimenti. Il Codacons ha anche avviato un’azione risarcitoria a favore di bar, ristoranti e produttori alimentari in genere che hanno subito gravi danni economici dalla situazione, pur non essendone in nessun modo responsabili.
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