Il Cromo appartiene al gruppo dei metalli pesanti, nell’ecosistema è presente grazie ai suoi minerali che, in parte, costituiscono le rocce della crosta terrestre. Questo elemento presenta in natura diversi stati di ossidazione (bivalente II, trivalente III, esavalente VI), a cui corrispondono diversi composti che è in grado di formare; in base allo stato di ossidazione può produrre effetti sulla salute diversi.
A livello industriale i composti del cromo vengono ampiamente utilizzati, in qualità di pigmenti, catalizzatori, o metalli, per la concia delle pelli, per la produzione di ceramiche e del vetro, per la produzione di leghe o per la realizzazione di strati protettivi contro la corrosione (cromatura). In generale i corsi d’acqua contengono percentuali esigue di composti di cromo, limitatamente alla possibilità di contatto con minerali che contengono questo elemento.
Nei casi in cui si rilevi la presenza di Cromo in percentuali superiori si è in presenza di contaminazioni industriali in atto. Il Cromo, allo stato di ossidazione III è un elemento essenziale, e cioè l’organismo umano ne ha bisogno, in misura limitata (0.5/2 μg/die) per un buon funzionamento, ed in genere questo apporto viene garantito dalla dieta.
I composti del Cr (VI) invece sono cancerogeni e richiedono un controllo adeguato nell’utilizzo a livello industriale e la garanzia di assenza per qualunque via di esposizione. In generale un apporto eccessivo di Cromo provoca problemi cutanei, cardiaci e respiratori.
La legge ha fissato, per la presenza di Cromo in acqua, il limite di 50 μg/L.
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