I rischi dei fitofarmaci in acqua e alimenti
Quando si parla di fitofarmaci si intendono tutti quei prodotti chimici usati in agricoltura per combattere le malattie delle piante ed evitare quindi di perdere gran parte del raccolto. Di fatto il fitofarmaco è un composto tossico, che uccide tutto ciò che può causare una malattia della pianta e quindi la sua perdita. Alcuni fitofarmaci sono a base sintetica, quindi di elemnti creati appositamente in labopratorio, altri sono a base naturale, sono cioè composti da altri microorganismi che distruggono quelli nocivi.
In relazione all’uso di fitofarmaci ci sono diversi rischi, i primi sono per gli operatori che si occupano della loro distribuzione, i secondi sono per i cosumatori che entrano a contatto con gli alimenti su cui è stato distribuito il fitofarmaco o con le acque dentro cui si è disperso. Altri rischi sono quelli ambientali (contaminazione delle falde acquifere e delle acque superficiali) ed ecotossicologici (per gli organismi acquatici, i mammiferi, gli uccelli)
La legislazione europea ed italiana in materia di fitofarmaci indica esattamente i termini di commercializzazione utilizzo di questi prodotti, con lo scopo di salvaguardare la salute umana e l’ambiente. Le normative italiana ed europea includono i prodotti fitosanitari, come i fitofarmaci, fra le sostanze che causano l’inquinamento delle acque. Per tale ragione sono state pubblicate alcune linee guida per constire il corretto monitoraggio delle acque destinate al consumo umano stesse, ai sensi del D. Lgs. 152/2006 s.m.i..
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