Attenzione agli sprechi di acqua potabile, specie dalle amministrazioni
Quando arriva l’estate cresce la preoccupazione per gli sprechi dell’acqua potabile. È in questo periodo, infatti, che si fanno più docce, si usa l’acqua per annaffiare e in generale c’è un minore apporto idrico dovuto alla minore frequenza delle precipitazioni. L’acqua del rubinetto è potabile, destinata al consumo umano, quindi l’ideale sarebbe utilizzarla solo per questi scopi. Non è, ovviamente, un’attenzione che si dovrebbe avere solo in estate, l’acqua è un bene prezioso, il cui consumo andrebbe moderato e controllato tutto l’anno.
Per arginare il problema diversi comuni del Lazio hanno emanato delle ordinanze per vietare l’utilizzo dell’acqua potabile in determinati orari e per alcuni scopi, fra i comuni interessati Sezze e Rignano Flaminio, nei quali sono previste multe fino a 500€.
In Italia lo spreco di acqua potabile è, purtroppo, molto diffuso, non solo per l’incuria dei cittadini, ma anche delle amministrazioni, che spesso effettuano riparazioni e manutenzioni sommarie agli acquedotti di competenza. Nonostante emanino ordinanze e minaccino di multe i cittadini è proprio alle amministrazioni da imputare la maggior quantità di sprechi di acqua potabile.
Il 30 giugno è stato pubblicato dall’Istat il Censimento delle acque per uso civile:
- La dispersione di acqua potabile dalle reti pubbliche in tutto il Paese arriva a 3,1 miliardi di metri cubi.
- Il 37,4% dell’acqua immessa in rete non raggiunge gli utenti finali.
- Il volume di acqua potabile prelevata è di 9,5 miliardi di metri cubi(2012) con un +3,8% rispetto al 2008.
- Il 30,6% dell’acqua del rubinetto deriva da trattamenti di potabilizzazione (totale annuo 2,9 miliardi di metri cubi all’anno)
- Nelle reti comunali arrivano 8,4 miliardi di metri cubi di acqua potabile, pari a 385 litri al giorno per ogni abitante.
- Gli utenti consumano 5,2 miliardi di metri cubi all’anno, 241 litri/giorno per abitante (-12 litri/giorno rispetto al 2008).
- Nello specifico nel Lazio la dispersione arriva al 45.1%.
Una situazione scandalosa, specie se paragonata al resto d’Europa, in Germania le perdite arrivano al 6,5%, in Inghilterra e Galles al 15,5%, in Francia al 20,9%.
Per scaricare il censimento completo cliccare qui
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