Il vanadio allo stato elementare metallico non esiste in natura, sono presenti invece decine di minerali contenenti vanadio nei diversi stati di ossidazione (da +5 a -2), i composti più stabili sono quelli in cui si trova allo stato +4, che sono anche i composti più comuni, insieme a quelli di +5 riscontrabili in campioni di acqua. Commercialmente viene utilizzato per la produzione di particolari leghe, nell’industria aeronautica e aerospaziale.
In atmosfera il Vanadio viene rilasciato dai camini industriali in cui si usano combustibili fossili, in acqua se ne trovano in genere concentrazioni molto contenute. La tossicità dipende strettamente dal numero di ossidazione e quindi dal composto con cui si viene in contatto, il Vanadio (V) come ione vanadato può essere più tossico del Vanadio (IV), ione vanadile. Il D.Lgs 31/2001 ha fissato, per le acque destinate al consumo umano un limite di 50 μg/L. L’esposizione professionale rappresenta uno dei pochi contesti in cui si sono registrate intossicazioni da Vanadio, con irritazioni locali (cutanee e alte vie aeree e mucose) per esposizioni brevi, mentre alterazioni del metabolismo del colesterolo e del ferro per esposizioni prolungate a concentrazioni maggiori.
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